Monica De Cardenas è lieta di annunciare "Dialogues", una mostra collettiva che mette in dialogo artisti di generazioni diverse tra figurazione e astrazione.
Il maggiore per età e fama è Alex Katz (*1927 New York), pittore che ha ampiamente influenzato gli artisti più giovani. Dalla fine degli anni ’50 ha sviluppato un linguaggio visivo definito da campiture piatte di colore, contorni netti e un’essenzialità raffinata. I suoi ritratti – spesso di amici o familiari come sua moglie Ada – catturano momenti fugaci con una quiete senza tempo. Le sue opere di grande formato, intime e monumentali al contempo, riflettono un impegno duraturo con la luce, la superficie e l’immediatezza della percezione. Con una carriera che abbraccia oltre sette decenni e mostre in importanti istituzioni di tutto il mondo - tra le quali la retrospettiva al Guggenheim di New York nel 2022 - Katz continua a ridefinire le possibilità della pittura.
Segue Stephan Balkenhol (*1957, Fritzlar, vive a Kassel), che dagli anni ’80 infonde nuova vita alla scultura figurativa. Tra gli scultori più emblematici del nostro tempo, Balkenhol crea le sue opere a partire da un unico blocco di legno, intagliando a mano figure in abiti informali – a volte forme ibride tra essere umano e animale – per poi dipingerle con tinte monocrome. Il gesto dell’artista rimane visibile attraverso i segni dello scalpello sulla superficie preservando la vitalità della materia grezza. I suoi soggetti non manifestano emozioni esplicite ma sono carichi di una presenza stoica ed enigmatica, intrisi di dignità e di un sobrio e ironico realismo. Ha esposto ampiamente in musei in Europa, negli USA, Cina e in Giappone. Le sue opere fanno parte di alcune delle collezioni più prestigiose del mondo, tra cui: Hirschhorn Museum and Sculpture Garden, Washington; Tate Gallery, Londra; Museum für Moderne Kunst, Francoforte; Nationalgalerie, Berlino; Collezione Peggy Guggenheim, Venezia; National Museum of Art, Osaka, Giappone.
Gideon Rubin (*1973 Tel Aviv, vive a Londra), noto per i suoi dipinti densi e malinconici, esplora temi come la memoria, l’identità e lo scorrere del tempo. Partendo da fotografie trovate e immagini d’epoca, cancella i tratti del volto creando figure che appaiono familiari e distanti al contempo. Utilizzando una palette tenue e pennellate fluide, trasforma memorie personali e collettive in composizioni poetiche, offrendo spazio a contemplazione, empatia e immaginazione. Ha esposto in mostre personali in tutto il mondo, e le sue opere sono incluse in musei e importanti collezioni private, tra cui: McEvoy Foundation, San Francisco; Zabludowicz Collection, Londra; Ruinart e Fondation Francès in Francia; Museum Voorlinden in Olanda; Herzliya Museum for Contemporary Art e Rubin Museum in Israel, e Collezione Maramotti in Italia.
I dipinti di Svenja Deininger (*1974 Vienna, vive a Milano e Vienna) nascono da un processo meticoloso e intuitivo, in cui ogni opera è parte di un dialogo visivo continuo. Combinando i colori ad olio con materiali come gesso, polvere di marmo e colla, crea superfici la cui texture muta finemente con la luce. Sebbene astratte, le sue composizioni affondano le radici in forme concrete, reinventate e riorganizzate per invitare a nuove interpretazioni. Svenja Deininger ha esposto ampiamente in Europa e negli Stati Uniti. Le sue opere sono state presentate in mostre personali al Norton Museum of Art, West Palm Beach; Joslyn Art Museum, Omaha; Collezione Maramotti, Reggio Emilia; Kunsthalle Krems; Secession e Bank Austria Kunstforum, Vienna.
Henry Curchod (*1992 Palo Alto CA, vive a Londra), ispirato sia dalle sue radici curdo-iraniane che dalla sua educazione in un contesto occidentale, crea opere che suggeriscono fermento ed energia. Il disegno è centrale nel suo lavoro: inizia con schizzi leggeri a pastello a olio per poi intervenire con pennelli intinti in trementina che modellano i tratti gestuali, mentre linee finali a carboncino donano maggiore chiarezza alle figure. Nella sua pratica Curchod fonde astrazione e figurazione, introducendo prospettive e composizioni non convenzionali e dando vita ad una realtà onirica, bizzarra e aneddotica.
Henry Curchod ha studiato Belle Arti all’Università del New South Wales a Sydney e ha esposto in mostre personali a Shanghai, New York, Londra, Parigi e Los Angeles.